mercoledì 19 maggio 2010

Tokyo Life #04

Orizzonti costanti non ce ne sono.
E' tutto un susseguirsi di respiri, di battiti di cuore, di ansie, di foglie al vento, di miracoli blasfemi, di angeli, di demoni. Di notti senza stelle.
Di stelle senza notti.

Il mio amico Hiro è stato qui ieri sera, siamo andati a mangiare degli ottimi okonomiyaki (--> vedere Kiss me Licia --> Marrabbio XD) a Shinjuku a poi abbiamo trascorso un paio d'ore a cantare in uno dei millemila Karaoke della città.
Facendo finta di divertirmi, facendo finta di stare bene. Facendo finta di vivere.

Ansie, timori, longitudini errate, si scontrano gli uni con le altre. Avrei voluto dire e fare tante cose, ma sono bloccato. Bloccato. Bloccato.

Hiro ha dormito da me, nel mio appartamento. Abbiamo parlato e scherzato e riso fino alle tre del mattino. Poi ci siamo addormentati. O meglio, lui si è addormentato, io sono rimasto sveglio tutta la notte. Sono tre notti che non chiudo occhio. E non sento la stanchezza, non ancora almeno. Ma so che prima o poi crollerò, fisicamente e psicologicamente. E dovrò rialzarmi, per l'ennesima, maledetta volta.

Apro le mie mani e cosa vedo? Vorrei vedere lui, ma lui è lontano.
E sto qui a piagnucolare come una bambinetta.
Ti voglio. Ti voglio. Ti voglio. Sempre di più.
Ti amo.
Quanto sono patetico!
Sono stanco di combattere per vivere. Sono stanco di vivere per combattere. Sono stanco di indossare maschere.
Ho persino dimenticato per cosa ho combattuto in tutti questi anni. Ho quasi dimenticato anche il mio nome. Piango.

Accanto a me, seduto alla mia destra, c'è un uomo sulla quarantina, il classico "salary-man" giapponese, che armeggia col suo pc; e intanto, con la coda dell'occhio, lancia uno sguardo verso di me per cercare di capire il motivo delle mie lacrime. O magari gli sto solo dando fastidio e non vede l'ora che mi alzi me ne vada. Affari suoi.


Ho trovato una libreria italiana, nel quartiere di Jimbocho, sono entrato e ho chiesto se avessero bisogno di qualcuno che lavorasse là. Si sono scusati e mi hanno detto di no, ovviamente.

Sono appena stato alla Shogakukan, una delle due più importanti case editrici giapponesi. Ho parlato con il direttore editoriale della rivista Shonen Sunday. Ha molto apprezzato il mio artbook, ma mi ha detto che non essendo un nativo giapponese, non potrò mai lavorare come fumettista, qui.
Bel discorso del cazzo, fottuto muso giallo, e complimenti per la tua apertura mentale.

Sono stato anche alla Shueisha, la seconda casa editrice per importanza. Mi hanno dato un numero di telefono da chiamare. Detto fatto. Per fortuna il redattore che mi ha risposto parlava inglese; ho preso un appuntamento con lui tra due giorni, è il redattore di Weekly Jump (non so se mi spiego, One Piece, Naruto, Bleach, e compagnia bella...) . Speriamo bene. Ma sono pessimista, come al solito.

E poi c'è Yasu.

5 commenti:

Supersmanf ha detto...

E poi c'è: c'hai rotto il cazzo! Piantala di piagnucolare, tira su il tuo culo flaccido e datti da fare! Già ti avevo scritto di tenere duro, pulirti la testa dai pensieri e metterti a fare ciò che sei capace di fare e per cui sei lì.
Sai che il tono è duro ma non cattivo; se scrivo così è solo perchè ho stima di te e sono sicuro che se ti dai da fare qualcosa di buono lo farai: io ci credo (e non solo solito usare questa parola...). E come diceva Cesare Maldini al figlio quando allenava la nazionale di calcio: Vai Paolino! Vaiiiiiii!!!!!
Non dimenticare che voglio sapere presto come è andato il colloquio (se ti può aiutare fai conto che io e la damigella saremo al tuo fianco a stringerti la mano per farti coraggio;))

Salut

Salvatore Nìves ha detto...

Ti consiglio di andare direttamente alla Kodansha, è l'unica casa editrice che per ora ha + di buon occhio le collaborazioni con stranieri :)

MikiMoz ha detto...

Paolo, ma scusa...
Davvero stai così cencio?
O__O

Cazzo mi dispiace!

Ma vedi di reagire, su!
Ti fai sopraffare da questi orientali? :p

Su con la vita!

Miki-

Anonimo ha detto...

Scusa se ti pongo una domanda con cosi largo ritardo, ma sto sclerando...anchio come te ho il sogno di diventare mangaka, quindi volevo sapere cosa ti hanno detto gli editori
della shueisha, e in caso se c'è una possibilità per noi mangaka italiani di sfondare in giappone.
grazie

P. ha detto...

Caro Anonimo, contattami in privato, e magari fatti riconoscere. Grazie.